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Canosa di Puglia

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SOLENNE PROCESSIONE DELLA DESOLATA

DESCRIZIONE STORICA

A Canosa la devozione della Vergine Desolata giunge con la Confraternita di San Gioacchino e della Salette che nel 1880 acquistò il gruppo statuario. Successivamente la statua non venne più accompagnata dal sodalizio della Salette, che aveva il diritto della processione, e fu affidata a tre sacerdoti: don Biagio Decorato, don Filomeno Basta e don Gaetano Maddalena, i quali impostarono la attuale forma di rappresentazione. La prima processione della Desolata fu il Sabato Santo, 16 aprile 1881. Perché il Sabato Santo? La scelta venne dettata da motivi pratici. Non c’era spazio per inserire un’altra processione il Venerdì Santo perché era occupato dalle processioni di altre confraternite, che si susseguivano durante tutta la giornata. L’unica possibilità era di farla svolgere il Sabato Santo, all’alba, ed era anche il modo per solennizzare il dolore della Vergine al sepolcro, subito dopo la deposizione dalla croce. Alle prime luci del Sabato Santo si muoveva il corteo che, uscendo dalla Chiesa comunale di San Francesco, attraversava tutto il rione cittadino e rientrava prima dell’inizio della Veglia Pasquale, alle 12. Con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, negli anni ’60, la Veglia Pasquale venne celebrata dopo il tramonto (dalle 20 in poi) e da allora la processione del Sabato Santo si poté svolgere anche più tardi. Attualmente la processione è composta dalle fanciulle (angioletti), che portano i segni della Passione e i cartigli con le sette parole di Cristo, che ritroviamo nel racconto della Passione, e le parole pronunciate da Maria, riportate dai Vangeli. Poi i ministranti, che portano le stazioni della Via Crucis, e le ragazze, che frequentano la scuola media, vestite in viola col fiore. Dall’età di 17-18 anni, le ragazze fanno parte del coro e seguono con il capo velato di nero (un tempo anche scalze) la processione, cantando lo straziante “INNO ALLA DESOLATA”.

DESCRIZIONE SIMBOLICA

Con il rito della processione della Vergine desolata, tutti i canosini residenti, e gli oriundi, si riversano nelle piazze vicine alla chiesa dei Santi Francesco e Biagio, alle pendici della collina dei “Quaranta Martiri”, nel centro storico della città pugliese. Alle ore 9.00 (puntuali) tutti guardano il portone centrale della chiesa S. Francesco e Biagio in religioso e atteso silenzio. Appena il simulacro esce con un cenno dato al direttore della Banda musicale della città di Canosa inizia l’inno alla Desolata e all’attacco del responsabile del coro delle 400 ragazze, comincia il rito “catartico” dei canosini. Catartico perchè l’emozione, gli stati d’animo si uniscono e si scioglie nel pianto dei tantissimi che affollano le piazze. A Canosa non è Pasqua se il canosino non incontra il volto della Desolata.

STORICITÀ

La prima processione della Desolata fu il Sabato Santo, 16 aprile 1881.

RILEVANZA IDENTITARIA

Sabato Santo, giorno più lungo, giorno “frammezzo e sospeso”, perché si trova tra la morte e risurrezione di Cristo… giorno di silenziosa memoria, il giorno più al “femminile”, perché è giorno di attesa della Festa… A Canosa è il giorno “velato”, in quanto le 400 circa ragazze che cantano sono “velate”. È il giorno in cui ogni canosino ha un bisogno viscerale di incontrare lo sguardo della “Desolata”. In questo giorno, e in questa preparazione, si scorgono le radici di una fede profonda, ricca di memoria, ma soprattutto fortemente identitaria.

PROGRAMMA

Canosa Di Puglia 19/04/2025 09:00