Tra i numerosi riti sacri svolti a Roseto Valfortore, quello del Venerdì Santo è probabilmente il più sentito e partecipato da tutta la comunità. Le origini di questa rappresentazione sacra risalgono al 1842, grazie alla Congrega del Carmine, e vi si possono distinguere diverse fasi. Ogni anno, la scelta dei figuranti avviene tramite un’asta pubblica che si tiene la Domenica delle Palme, tradizionalmente nella chiesa di S. Maria Lauretana, da dove poi inizierà la processione il venerdì successivo. Per tutto il tragitto numerose sono le soste e le prediche del parroco da specifici balconi degli abitanti del paese. La rappresentazione è accompagnata dalla banda musicale, che intona il suggestivo inno composto dal maestro Donatelli nel 1882, caratterizzato dal battito cadenzato del tamburo. La prima parte del percorso è in salita, a rappresentare il sacrificio di Gesù, e tra le statue di Cristo, San Giovanni e la Madonna troviamo i numerosi figuranti: l’Angelo Confortatore, la Veronica, le tre Marie, i soldati romani a cavallo (popolarmente detti Giudei), i bambini con i simboli della Passione. Giunti al Calvario, la morte di Gesù viene rappresentata dal nastro nero indossato dall’Angelo Confortatore; la statua di Cristo viene deposta e al corteo si aggiungono il Cireneo e Giuseppe d’Arimatea. Inoltre, le tre Marie porteranno la statua della Pietà fino alla vicina chiesa di S. Francesco. Qui comincia l’ultima fase della rappresentazione, ovvero la sepoltura di Cristo: al corteo si aggiunge la cosiddetta tomba, una struttura ornamentale lignea alta circa cinque metri, portata a spalla da dodici portantini, contenente la statua di Gesù morto e su cui vengono issati alcuni bambini vestiti da angioletti. Ad uno squillo di tromba, i soldati balzano dal proprio cavallo e continuano il tragitto a piedi, a simboleggiare la custodia del sepolcro, fino alla chiesa di S. Maria Lauretana, dove si conclude la processione.
La processione del Venerdì Santo a Roseto Valfortore è uno degli eventi religiosi più antichi e suggestivi del Sud Italia. E’ una rappresentazione vivente con la partecipazione di oltre cinquanta figuranti ad eccezione di Gesù, impersonato da una statua di cartapesta, della Madonna e di San Giovanni, testimonianze dell’antica arte napoletana delle statue in conocchia (statue, cioè, che hanno scolpiti soltanto testa, braccia e piedi, legati da un’intelaiatura in legno ricoperta dal vestito). Altra particolarità è il percorso in salita come metafora della Via Crucis e del sacrificio di Gesù Cristo.
La processione è accompagnata dalla banda musicale del paese che intona l’inno, composto dal maestro Donatelli nel 1882, che viene eseguito, da allora, solo in questa occasione. Il Cristo, nel suo tragitto, è scortato da tredici soldati romani a cavallo (“i Giudei”). Lungo il percorso si inseriscono i personaggi della Via Crucis come la Veronica, che asciugò il viso a Cristo, San Giovanni e le tre Marie. Gli interpreti (la Veronica, i soldati romani, le tre Marie, i bambini con i simboli della Passione, il Cireneo) si contendono tale onore in un’asta pubblica. I momenti importanti della rappresentazione sono sottolineati da tre prediche in altrettante soste nel percorso, da un sacerdote chiamato appositamente. Un ruolo importantissimo nell’antico rito è riservato ai bambini che vestiti di bianco portano i simboli della Passione di Cristo: il gallo, i chiodi, il calice, le scalette e altri emblemi della Via Crucis. Imponente e suggestiva è la rappresentazione della sepoltura del Cristo, un catafalco (“La Tomba”) con una struttura di cinque metri, portato a spalla da dodici portantini, alla cui sommità sono issati alcuni bambini vestiti da angioletti.
18/04/2025 | 10:00 | Processione del Venerdì Santo 2025 |
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